Pianeta Nibiru

Perché non seguiamo l’esempio dell’Islanda?

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view post Posted on 24/1/2012, 19:39

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Chi ha paura dell'Islanda?


I media non parlano di quello che succede in Islanda, e non perché si tratta di un piccolo paese ininfluente, ma per paura che la soluzione islandese alla crisi finanziaria venga adottata anche in altre nazioni europee, eppure, la logica di quella soluzione non fa una piega. Gli islandesi si sono semplicemente rifiutati di pagare il debito che le loro banche hanno contratto con gli altri paesi e oltre ad aver espresso un chiaro no tramite referendum, hanno processato i loro banchieri e alcuni li hanno persino incarcerati.

Non hanno avuto paura del crollo della Borsa, ne delle minacce di declassamento delle agenzie di rating, hanno continuato la loro strada nella direzione di ciò che ritenevano giusto, non pagare i debiti contratti da altri; altri, che non sono dei poveracci ai quali manca il pane quotidiano, ma dirigenti che percepiscono un reddito annuo pari a più di cinquanta volte ( e anche di più), la cifra guadagnata da un cittadino medio in un anno di lavoro.
Sembra un concetto basilare, eppure altri cittadini europei non lo hanno capito, visto che i piani di austerità varati per ovviare alla crisi economico-finanziaria, passano “quasi” automaticamente con l’avvallo di tutti o quasi, i partiti politici ( vedi Italia).
Questi nostri pavidi partiti politici di destra o di sinistra ben contenti che il lavoro sporco lo faccia un “governo tecnico” , scelto opportunamente per piacere allo staff di finanzieri europei e talmente politically correct da piacere a quasi tutto il coro parlamentare e soprattutto al nostro garante della Repubblica. Ma non condivido neppure le tesi degli attuali partiti di opposizione, più interessati a compiacere il loro elettorato settario, che al “bene” del paese in generale e con gli occhi sempre puntati alla prossima campagna elettorale.
La soluzione dell’Islanda mi sembra ottima nella sua semplicità ed efficacia anche se difficilmente verrà adottata dalle nostre parti.

Ho tradotto questo recente articolo di Cesar Perez NAVARRO giornalista di controlatortura.cl, che descrive bene quali sono stati i punti salienti del percorso dei cittadini islandesi.



l'Islanda che ha rifiutato di pagare il debito, raggiungerà il triplo del tasso di crescita della UE nel 2012



L'Islanda ha chiuso l'anno 2011 con una crescita economica del 2,1%, e secondo le previsioni della Commissione europea, otterrà il triplo del tasso di crescita previsto per l'UE nel 2012 (Il tasso di crescita della UE è previsto allo 0,5% nel 2012 contro l’ 1,5% dell’ Islanda). Nel 2013, grazie alla creazione di posti di lavoro, la crescita dovrebbe raggiungere il 2,7%.
L'Islanda è il paese che ha nazionalizzato le banche private e ha incarcerato i banchieri responsabili della crisi.

L'Islanda è l'unico paese europeo ad aver respinto con un referendum pubblico il salvataggio delle banche private, lasciandone crollare alcune e processando molti banchieri per i loro crimini finanziari.
Nel frattempo in un paese come la Spagna, il ministro dell'economia che era un grande manager della Lehman Brothers, ha falsificato dei saldi bancari e ha gonfiato i risultati per lasciar credere ad una solvibilità del sistema finanziario derivante dalla deregolamentazione dei mercati, ma alla fine il sistema è crollato.

Le banche Glitnir, Landsbankinn et Kaupthing furono nazionalizzate nel 2008 per evitare il loro fallimento e sono state poste sotto il controllo democratico, invece di beneficiare di iniezioni incondizionate di capitale pubblico, come in Spagna o in altri paesi europei. Nel giugno scorso, una di queste, Landsbankinn, ha annunciato l'intenzione di pagare gli interessi ai titolari di mutui per compensare le perdite dei cittadini.
La rivolta pacifica è iniziata nel 2008, ma senza che fosse stata riportata nelle pagine dei principali media europei, i quali hanno invece riportato nelle note a fondo pagina, che questo paese è un esempio pericoloso da seguire. Alla fine del 2008, tutto il debito dell'Islanda era pari a 9 volte il suo PIL. La valuta è crollata e la Borsa ha sospeso le sue attività dopo una perdita del 76%.

Il paese era in bancarotta, e ha poi ha ricevuto un prestito di 2.100 milioni di dollari dal Fondo Monetario Internazionale e 2 500 milioni di dollari provenienti dai paesi nordici e dalla Russia. Il FMI, come al solito, ha chiesto in cambio delle misure di “aggiustamento”: dei tagli alla spesa sociale che hanno causato la rabbia della popolazione, la caduta del governo e la convocazione di elezioni anticipate all'inizio del 2009 nelle quali la sinistra ha avuto la maggioranza assoluta e ha causato il crollo del Partito dell'Indipendenza, un partito conservatore che è sempre stato la forza dominante nel paese, mantenendo solo il 23,7% dei voti.
Il Movimento Sinistra-Verdi ha ottenuto il 21,7%, l’Alleanza Social Democratica il 29,8%, il Partito Progressista il 14,8% e il Movimento Cittadini il 7,2%.

Johanna Siguroardottir è stato scelto per guidare un governo che riunisce i socialdemocratici e gli ambientalisti di sinistra. Nel 2010, hanno messo in piedi una assemblea costituente di 25 "cittadini comuni" per riformare la Costituzione. Nello stesso anno, il governo ha organizzato un referendum per decidere del pagamento o meno del debito contratto nel Regno Unito e nei Paesi Bassi dalle banche private in fallimento, ma il 90% delle persone hanno risposto negativamente.

I cittadini hanno votato no a causa del crollo della Icesave Bank e dei governi di questi paesi che coprono i depositi di capitali pubblici. Il FMI ha congelato i prestiti nella speranza che l'Islanda avrebbe finito con il pagare questi debiti illegittimi.
In settembre 2010, l'ex primo ministro Geir Haarde è stato messo sotto processo per negligenza nella gestione della crisi. Inoltre Interpol ha emesso un mandato di arresto internazionale contro l'ex presidente Sigurdur Einarsson. Nel mese di aprile 2011, i cittadini islandesi hanno di nuovo detto no in un nuovo referendum sul pagamento del debito.

Dopo questo, nel mese di dicembre la banca Landsbanki ha deciso di restituire una parte del debito. L'importo totale delle somme versate da Landsbanki secondo Icenews, è di 350 miliardi di corone, pari a circa il 33% del debito totale. Eppure i conti Icesave rappresentano soltanto il 4% delle obbligazioni degli istituti finanziari del paese, circa 4000 milioni di euro. Il rimanente 96% non poteva essere rinviato ai creditori, essendo del tutto impossibile da fare perché il pagamento degli interessi di ogni anno, avrebbe superato il reddito del paese.

Nelle parole dell’economista Jon Danielsson: "Le banche hanno accumulato un debito pari a diverse volte il PIL annuo. Non vi è alcuna possibilità che i cittadini possano pagare questo debito ".
Pochi giorni fa, i responsabili del fisco islandesi hanno accusato due alti ufficiali delle banche di aver commesso frodi attraverso prestiti non autorizzati durante operazioni che hanno portato al collasso del sistema finanziario nel 2008: l'ex direttore generale responsabile del crollo di Glitnir, Larus Welding e il responsabile finanziario della società, Gudmundur Hjaltason. Avrebbero abusato della loro posizione per fornire circa 102 milioni di Euro, senza permesso, senza garanzie da parte dei beneficiari e senza aver consultato il dipartimento della gestione dei rischi.

Le agenzie di rating Moody, Standard & Poor e Fitch fanno pressioni per punire il debito ma senza molto successo e cercando sempre di ignorare la ripresa economica del paese. Inoltre, nel 2008, pochi mesi prima del crollo delle sue banche, il paese godeva ancora della tripla A attribuita dalle stesse agenzie.

Traduzione di 2formulauno

Articolo originale: http://actualutte.com/societe/idees/item/3...-de-lue-en-2012

Edited by Tarn - 10/2/2012, 21:32
 
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